Archivio privato Ingegnere Carlo Cucchia

 

 

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Policlinico di Perugia,  progetto dell'ingegnere Carlo Cucchia

 

 

L’archivio dell’ingegnere Carlo Cucchia

 

L’ingegnere Edoardo Cucchia, nipote dell’ing. Carlo, ha consegnato alla Soprintendenza archivistica per l’Umbria altra documentazione prodotta dal nonno e recentemente rinvenuta.

Le carte saranno riordinate, inventariate e infine accorpate a quelle già sistemate, nel 2009, dalle funzionarie della stessa Soprintendenza, Giovanna Bacoccoli e Simona Cambiotti.

Dichiarata di interesse storico particolarmente importante nel 2010, la documentazione è stata depositata presso l’Archivio di Stato di Perugia.

Figlio di Ilario Dario Cucchia e di Alda Mercuri, nato a Perugia il 4 settembre 1901, Carlo Cucchia si diplomò nella sua città nel Regio Istituto Tecnico nel luglio 1918 e si laureò in Ingegneria industriale elettrotecnica il 23 novembre 1924 presso il Politecnico di Torino, dopo aver frequentato per un anno l’Università degli studi di Roma. Terminato il servizio militare di leva nel Genio Radiotelegrafisti, uscito con il grado di sottotenente, nel 1926 aprì uno studio di ingegneria a Perugia, dedicandosi soprattutto alla soluzione di importanti problemi di tecnica applicata all’agricoltura e specializzandosi in impianti di essiccazione dei tabacchi. Si interessò anche di impianti di irrigazione, progettando e costruendo numerosi laghetti artificiali, collinari e in pianura, per la raccolta di ingenti quantitativi d’acqua a scopo irriguo per le colture industriali.

Nel 1930 progettò i primi grandi edifici che l’Istituto Autonomo per le Case Popolari Annibale Vecchi, divenuto poi Istituto per le Case Popolari della Provincia di Perugia, costruì a Borghetto di Prepo; si trattò di un complesso di cinque palazzi con cento appartamenti, con i quali nacque la via Dalmazio Birago a Perugia.

Lo studio d’ingegneria Cucchia vinse, nel 1935, il concorso nazionale per la progettazione del nuovo Policlinico di Perugia, importante complesso che fu successivamente realizzato sotto la direzione dell’ing. Carlo e che costò circa dieci milioni di lire. Progettò e costruì, inoltre, la Casa di cura Porta Sole, dei professori Cucchia e Barola.

Nel 1937, su commissione della nobildonna Caterina Serena Bonucci, progettò il Teatro oratorio “Bonucci” di Ponte Felcino conosciuto con l’appellativo “Teatrino delle suore”.

Nel periodo fascista si occupò delle strade dell’Albania e, insieme ad altri, fece uno studio finalizzato alla realizzazione di un porto in Etiopia attraverso l’allagamento di una vasta zona prossima alla costa (cfr. N. Betti, A. Calderoni, C. Cucchia, M. Giuliani, Progetto per il riempimento di acqua della depressione Dancala (piano o deserto del sale) e costruzione di un canale, Perugia, s.n., s.d.).

Durante l’ultima guerra, dal 1940 al 1943, in Albania realizzò: due padiglioni dell’ospedale militare di Tirana; molti chilometri di piste e strade, con importanti ponti e gallerie per l’A.M.M.I. (Azienda Minerali Metallici Italiani), per l’estrazione del minerale cromo a Ponte Bustrizza (Pogradec); l’impianto e la gestione di una fornace di calce a fuoco continuo, a Kruja.

Nel 1944, costretto a fuggire dall’Albania e tornato in Italia, l’ing. Cucchia si impegnò nella costruzione di gallerie ricovero in varie zone dell’Umbria, tra cui Castiglione del Lago e alla ricostruzione di numerose case coloniche distrutte in seguito agli eventi bellici, compresi vari accessori poderali dell’azienda agricola paterna. A Roma costruì case per l’Unione Italiana Ciechi in via Bitinia e altri appartamenti e negozi, oltre a una grande autorimessa. Nella sua città progettò e realizzò edifici privati, ma anche pubblici e religiosi. Tra le sue opere sono da segnalare un palazzo in viale Roma, il parcheggio del mercato coperto, l’Istituto di chimica biologica e bromatologica ed ampliamento dell’Istituto di chimica farmaceutica dell’Università degli studi di Perugia, l’alloggio per il personale del carcere giudiziario, la sopraelevazione delle palazzine INCIS, i padiglioni più recenti dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia a Monteluce, la chiesa di Santa Maria di Colle a Perugia; inoltre, costruì due scuole per il comune di Assisi, il canale del Chiani vicino alla strada Pornello-Montegiove, gli acquedotti per i comuni di Otricoli e Ferentillo. Si occupò del ripristino delle stazioni ferroviarie sul tronco Magione-Perugia e, infine, eseguì importanti lavori di difesa sulle sponde del fiume Tevere a monte di Orte.

Negli anni Cinquanta, l’ingegnere Carlo Cucchia fu consigliere comunale e provinciale e venne nominato membro di tutte le commissioni tecniche, compresa quella per il nuovo ospedale psichiatrico e dell’acquedotto consorziale di Perugia.

Alla sua morte, avvenuta il 31 dicembre del 1971, il figlio Franco, nato a Perugia il 23 settembre 1934, anch’egli laureato in Ingegneria presso l’Università degli studi di Roma, proseguì l’attività professionale del padre, ma non per molto, a causa della prematura scomparsa in un incidente stradale a Magione, il 23 luglio 1982.

L’archivio è stato riordinato e inventariato da Giovanna Bacoccoli e Simona Cambiotti funzionarie della Soprintendenza archivistica per l’Umbria, dichiarato di interesse storico particolarmente importante nel 2009 e depositato presso l’Archivio di Stato di Perugia nel 2010.

 

 

 

Altri esempi di progetti realizzati dall'ingegnere Carlo Cucchia:

 

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